
Per una persona italiana, con una laurea in materie umanistiche e un interesse nella scrittura, parlare di questo argomento equivale più o meno a confessare di essere un omicida seriale.
Ma ho smesso di nascondermi e ho deciso di andare orgogliosa del fatto che sì, io leggo romanzi rosa.
Ammetterlo pubblicamente, nero su bianco, non è stato poi così difficile. Credo che questo abbia a che fare con l’allenamento ad ammettere cose considerate umilianti fatto quando lavoravo come organizzatrice di matrimoni. In quel frangente ho scoperto che in Italia essere wedding planner è considerata non solo una professione frivola e poco autorevole, ma anche prerogativa di persone poco intelligenti, almeno a giudicare dalle reazioni delle persone quando comunicavo di svolgere quel lavoro.
Dello snobismo di noi italiani su tanti argomenti che hanno a che fare con la creatività un giorno qualcuno dovrà dire qualcosa.
Non io, che oggi ho solo voglia di raccontare come ho cominciato a leggere romanzi rosa, perché non la ritengo un’attività di cui vergognarsi e anzi come farlo mi abbia aiutato nel lavoro e nella vita personale.
Tutto è cominciato intorno ai tredici anni, se non sbaglio, quando il marchio Harmony (la versione italiana dell’americana Harlequin) ha pubblicato per quasi un anno una collana di romanzi rosa con protagonisti adolescenti. Young Adult ante litteram, se vogliamo, questi romanzi uscivano una volta alla settimana in edicola, si leggevano in circa un paio d’ore e contenevano tutti i topos del genere. Da adolescente imbranata e un po’ asociale li adoravo e ho parecchio sofferto quando l’esperimento editoriale è si è esaurito.
In piena crisi di astinenza, tra i quindici e i sedici anni mi sono ritrovata a scrivere una di queste storie in un quaderno. Ci ho preso gusto ed è diventato un piccolo romanzo che leggevo alle amiche con cui condividevo questa passione. Ad oggi è l’unico lavoro di scrittura creativa che io abbia mai completato.
Vorrei non fosse necessario fare distinguo, ma contemporaneamente alla lettura di questi Harmony dalla copertina rosa confetto leggevo anche qualsiasi altra cosa mi capitasse a tiro. Tantissimi classici, tutto Dumas, gialli di Agatha Christie, Il Signore degli Anelli, un sacco di fantasy, ma anche Elsa Morante, Jane Austen. E potrei continuare.
Per me, allora come oggi, leggere era leggere. Se un libro mi cattura e non mi fa rabbrividire per la pessima scrittura, va più che bene.
Sento la necessità del distinguo in parte per latenti superstiti sensi di colpa, in parte perché la reazione che negli anni ho sentito più spesso, alla mia affermazione che leggo romanzi rosa, è stata “guarda che c’è un sacco di roba scritta molto meglio, se tu provassi a leggere qualcosa di diverso non riusciresti a leggere questa spazzatura”. No. Ho letto tutto Dostoevskij, grazie. Lo amo. Ma amo anche un romanzo rosa ben scritto. Egualmente.
Dopo alcuni anni di astinenza dal genere rosa (riempiti appunto di pile e pile di libri in media di riconosciuto valore letterario) verso i vent’anni sono tornata ad acquistare Harmony, questa volta quelli da adulti. E sì, ovviamente anche quelli che in gergo si chiamano ‘smut’. Rispetto al sesso crudo dei grandi scrittori maschi (Henry Miller, soprattutto) il sesso scritto da donne eterosessuali per donne eterosessuali (per lo più) è un esercizio sociologico interessantissimo. Oltre che una fonte d’ispirazione per una giovane donna alla scoperta del proprio corpo.
Il sesso immaginato e (de)scritto dalle donne non è sempre legato a sentimenti o relazioni tradizionali, ma è spesso connesso a tematiche di autostima, rispetto, ricerca di sé, riti di passaggio, gestione di traumi, emancipazione dalle aspettative sociali.
E proprio per questo è di norma molto più coinvolgente e interessante da leggere.
Questa è la parte che preferisco dei romanzi rosa e il motivo per cui, anche se come ogni opera di genere seguono rigidi modelli e schemi di trama, non mi stanco di leggerli. C’è un effetto catartico enormemente piacevole nel leggere della rivincita personale di una protagonista (che al termine della storia riscopre sé stessa, è amata per quel che è, si ritaglia uno spazio nella società anche al di fuori dalle sue regole). Nella vita non succede quasi mai che queste rivincite vengano portate a termine, come sapeva Jane Austen. Non è un caso che la trama di Pride and Prejudice sia diventato l’archetipo originale del romanzo rosa, anche se involontariamente.
Potrei andare avanti a lungo su questo argomento. Anche perché con l’avvento di internet e delle opzioni di self-publishing offerte soprattutto da Amazon, il genere del romanzo rosa si è definitivamente liberato delle gabbie imposte dalle case editrici. Oggi i sotto-generi (college romance, sport romance, paranormal romance, ecc) hanno preso vita propria e trovato nuovi lettori, che con il loro interesse e desiderio di leggere ispirano i nuovi scrittori di genere a trovare nuove strade e nuovi modi di lavorare all’interno degli schemi del genere.
Internet e il fenomeno del self-publishing sono anche il motivo per la quantità impressionante di romanzi rosa distribuiti ogni settimana. You’ve got to love the market. Le leggi del libero mercato, il meccanismo di domanda e offerta, non funzionano sempre perfettamente, ma nel mercato del romanzo rosa stanno funzionando discretamente.
Con l’aumento esponenziale dell’offerta la selezione sulla qualità è diventata spietata, e la qualità letteraria media dei prodotti si è notevolmente alzata.
E torniamo a me. Da quando ho ripreso a leggere romanzi rosa ho incontrato tanta spazzatura, ma ho anche letto libri scritti seriamente bene, di una scrittura semplice nel senso migliore del termine. Essenziale, dimostrativa invece che descrittiva, con ottimo ritmo, dialoghi realistici e scoppiettanti, personaggi interessanti e insoliti, che crescono nelle pagine della storia. Leggere romanzi rosa di qualità è un’ottima palestra di scrittura per chi scrive per lavoro di questi tempi. Allena l’orecchio al ritmo di una comunicazione che è diventata enormemente più veloce, ma che non per questo deve perdere di significato. Credo sia anche per questo che dopo tanti mesi di difficoltà, da quando ho ripreso a leggere anche questi romanzi la scrittura è tornata ad essere naturale per me.
Leggere insegna a scrivere. Leggere romanzi rosa mi ha restituito creatività e ispirazione.
Poi è un ottimo anti-depressivo! L’effetto catartico che ricordo dai primi Harmony che leggevo è rimasto intatto. Amplificato persino, quando i romanzi che leggo hanno protagoniste intelligenti, ambiziose, magari anche un po’ “strane”. Qualche mese fa ho letto un pezzo sull’Huffington Post dell’autrice di un interessantissimo studio sui romanzi rosa, The Dangerous Books For Girls. Maya Rodale (anche lei scrive romanzi rosa) ha condotto una ricerca tra i lettori di genere negli Stati Uniti nel 2014 e ha scoperto che il 60% degli intervistati si considera femminista, che le qualità cercate in un’eroina sono soprattutto intelligenza, senso dell’umorismo e indipendenza, e il 62% degli intervistati ha affermato di credere che i romanzi rosa siano uno strumento di empowerment femminile.
Leggo romanzi rosa per vedere donne in cui mi posso identificare ottenere un autentico lieto fine (che non inizia o finisce con il lieto fine romantico). Quando le giornate vanno storte è un’ottimo modo per ricordarmi che domani potrà andarmi meglio.
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Se non avete mai letto romanzi rosa, o non lo fate da un po’, vi lascio qui sotto qualche titolo che ho amato molto negli ultimi mesi.
Per la maggior parte sono titoli in inglese per due motivi semplici: 1. molta della produzione migliore, essendo indipendente o auto-prodotta, non è tradotta 2. purtroppo le traduzioni di genere in italiano sono spesso scritte malino. Non tanto per colpa dei traduttori, quanto per come funziona l’industria editoriale e per le quotazioni scandalosamente basse e le pessime condizioni di lavoro dei traduttori. Per farvi un’idea di cosa intendo leggetevi il romanzo di Silvia Pillin, Non un romanzo erotico.
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Cinder & Ella – divertente rivisitazione della favola di Cenerentola ambientata nel mondo del fantasy e della fan fiction, genere young adult clean con protagonisti tra adolescenza e primi vent’anni e niente sesso. Della stessa scrittrice ho amato molto anche The Libby Garrett Intervention (in cui un’adolescente grassottella viene salvata da una relazione distruttiva da un gruppo di amici, perché non è detto che quando l’eroe popolare si lascia sedurre dalla ragazza alternativa la storia finisca bene) e If We Were A Movie (una studente di cinema condivide l’appartamento a New York con uno studente di musica, sotto-genere da amici ad amanti).
The Hook Up (in italiano La partita vincente) – la ragazza intelligente e lo sportivo tutto muscoli, in una storia di “solo sesso” che interpreta diversi cliché del genere college romance, capovolgendoli.
Qualsiasi cosa di Penny Reid, da Elements of Chemistry (college romance tra la nerd asociale e il ricco ragazzo più popolare della facoltà) a Dating-Ish (in cui uno scienziato che sta inventando un robot per appuntamenti incontra una giornalista in cerca di un compagno) passando per gli altri romanzi della serie Knitting in the City. Penny al momento è la mia scrittrice preferita di romanzi rosa. L’unica di cui compro qualsiasi cosa pubblichi.
La trilogia Lovely Vicious di Sara Wolf – esempio di successo indipendente acquistato da una grande casa editrice, e di come dialoghi e personaggi ben congegnati possano far digerire trame al limite della credibilità.
The Only Thing Worse Than Me Is You – una rivisitazione di Molto Rumore Per Nulla ambientata in un liceo per ragazzi super intelligenti. Conoscere la trama originale non toglie nulla al piacere di leggere la storia, che anche qui si mescola a un mistero.
Insieme siamo perfetti (traduzione mediocre dell’originale Punk 57 non disponibile su Kindle al momento) – protagonisti adolescenti, storie estreme e un po’ improbabili, tanto sesso, eroina fastidiosa e antipatica… un insieme di ingredienti ‘sbagliati’ che producono un risultato davvero godibile.
Per chi ama il genere storico i romanzi di Lisa Kleypas sono una garanzia. Uno fra tutti Suddenly You (All’improvviso, tu) – la storia di una scrittrice che si regala un’avventura per i trent’anni.
Immagine di copertina di JC Dela Cuesta via Unsplash.